I soldi del piano Marshall
di Lucia Di Mauro
Napoli 03 settembre 2016
Siamo alla fine dell’ultima guerra. Tutto è distrutto. Tutto è da ricostruire. La volontà di espansione del sistema economico americano porta in Europa e in Italia i soldi del piano Marshall. Lo stivaletto italico, tanto mal rattoppato dai savoiardi, ha, così, l’occasione diripartire da zero e costruire l’unità su basi di eguaglianza per tutte le zone del paese. Ma la scelta è quella di sempre dal 1861, è scelta di disparità, diasservimento di una parte della nazione allo …sviluppo dell’altra. Il sistema produttivo del sud è completamente annientato, quello del nord, invece, conserva ancora qualcosa. «Non c’è nulla che sia più ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali.» scriveva don Milani ed anche in questo caso si decidedi perpetuare l’ingiustizia: i soldi vadano immessi nel sistema produttivo del nord perché il sud è troppo devastato. Dunque le risorse che erano un risarcimento proprio per quei territori maggiormente saccheggiati dalla guerra e che quindi erano destinati alla ricostruzione del sud, vengono date a quella parte del paese che ne ha meno necessità. Come conseguenza di tali scelte nascerà l’emigrazione interna dal sud al nord, che sarà, per la nostra gente, ancora più umiliante di quella generatasi nel periodo post risorgimentale.